Momenti, profumati e indimenticabili

Momenti profumati e indimenticabiliChica, la papera gialla, la più morbida e generosa del laghetto, scivolava lentamente sulle acque fredde e trasparenti. Era ancora inverno: rami scheletrici si riflettevano nell’ acqua , come lunghe braccia protese verso quel raggio luminoso che si attardava tra le nuvole, un merlo lucido e saltellante zampettava qui e là.
Chica, imperturbabile, galleggiava allegramente, superava il ponticello glissando, silenziosa, infrangendo lo specchio limpido, sognando le ninfee… quando, improvvisamente, una mano rapida e furtiva la strappò al suo viaggio.
Velocemente venne introdotta in un grosso cesto di vimini e caricata sul portapacchi di una bici sgangherata.
Chica soffriva. Le sue morbide forme costrette nello spazio angusto sembravano ruotare, giaceva rovesciata, dal suo rigido becco giallo usciva solo un sussurro come un gorgoglio indistinto, il suo becco sensuale e promettente sbatteva al ritmo dei pedali. Non capiva che cosa le stesse accadendo…
Da quando era stata dimenticata sulla sponda dello stagno aveva viaggiato lungo i piccoli canali, beveva quell’acqua leggera che poi sputava rumorosa, muoveva le ali roteanti, elegante, incurante del vociare dei passanti che la additavano.
La bici finalmente si era fermata.
Era sera, le luci dei lampioni illuminavano quel rottame azzurro e la donna paffuta infagottata in un piumino scolorito.
Lei slegò la grossa cesta, incurante dei borbottii sommessi e la appoggiò, malamente, a terra.
“Ah,ah, finalmente t’ho catturata” disse Mocaccina, la vagabonda del parco.
“Erano giorni che m’appostavo per prenderti!”
La donna, trionfante, con il suo carico segreto, s’avviò verso un edificio triste e silenzioso, ce l’aveva fatta, la bella papera gialla, morbida e sinuosa ora le apparteneva, a casa sua c’era lo spazio per custodirla e nutrirla giornalmente.
Non sarebbe stata più sola e ogni mattina, al risveglio, avrebbe raccontato i suoi desideri a Chica.
Dopo una lunga e faticosa rampa di scale, Mocaccina avanzò ansimante sul ballatoio e aprì la porta.
Ecco il suo regno, come un bazar!
Sacchetti ovunque, spaghi, carte, oggetti improponibili, camicie sbrindellate appese ai vetri, scarpe scalcagnate, libri vecchi accatastati…
“ Accidenti non riesco nemmeno a camminare qua dentro” disse la povera donna. Mocaccina aveva appoggiato la cesta sul tavolo, di quella che doveva essere la cucina e, cercava di liberare Chica:
“ Buona paperella, non affannarti, non ruotare il collo, potresti farti male!”.
Un sorriso trionfante le riempiva le guance paffute:
“Ah, ah, come sei bella, come sei morbida, che bel beccuccio, prometti momenti indimenticabili…!”
La papera gialla, girava circospetta gli occhietti languidi, roteava il collo, faceva torsioni indistinte ma Mocaccina la stringeva orgogliosamente tra le mani.
“Sei proprio la papera più bella, era da tempo che Ti desideravo!”
“Ti sistemo su questo ripiano, l’unico libero e, ogni giorno Ti nutrirò con acqua fresca e riempirò il Tuo ventre con sei cucchiaini colmi di caffè profumato!”

Aneres

aneres

Momenti profumati e indimenticabiliScheda oggetto
Nome:
caffettiera gialla
Età: 15 anni
Taglia: M
Residenza: scolapiatti
Segni particolari: a forma di papera

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