Il car-sharing della fantasia

cat-sharing-300A Isabella era stato dato un compito a casa piuttosto interessante.
Le era stato chiesto di realizzare un disegno. Ma non uno qualunque o a piacere come tante volte era successo. Questa volta le era stato affidato un tema preciso: avrebbe dovuto rappresentare una città e immaginarla migliore, unica e speciale.
Ma come deve essere una città per essere così? – aveva chiesto ingenuamente Isabella.
Questa è una domanda interessante – le era stato risposto – deve essere un posto in cui a te piacerebbe vivere intanto, la devi pensare su misura per te, perché una città che va bene per una bimba sarà sicuramente perfetta per tutti.
Isabella non aveva compreso a fondo il significato nascosto dietro a quella spiegazione, ma la risposta l’aveva convinta comunque. Le era sembrato un abbraccio caldo con dentro una fragranza di importanza. Le piaceva l’idea di progettare la “sua città” e ancor di più il fatto che se fosse venuta bene per lei, tutti gli altri sarebbero stati a proprio agio.
Appena arrivata a casa, raccontò a Laura tutto il suo entusiasmo e si scusò perché quel pomeriggio non avrebbe proprio potuto guardare i cartoni animati, né aiutarla a cucinare: impegni più grandi la aspettavano!
La mamma sorrise e senza fare una grinza stette al gioco, prendendola molto sul serio.
Allora, se vuoi, possiamo fare così – le propose Laura – tu ti metti al tavolo della cucina a disegnare e io, intanto, preparo le polpette.
Le polpette la distrassero per un momento: erano il suo piatto preferito.
E come le fai?
Al sugo per metterle nella pasta.
Che buone! Ma adesso al lavoro!
Ok, hai già qualche idea per il tuo disegno?
In effetti, presa dalla foga e dalla voglia di fare, Isabella si era dimenticata del fatto che non aveva ancora pensato bene a qualcosa che potesse rendere la sua città fantastica.
No, ancora no…tu hai qualche suggerimento?
Parti da qualcosa di semplice, concentrati sulle cose che ti piacciono della nostra città e pensa come potrebbero essere ancora più belle per te. E poi guardati attorno, in casa, fuori dalla finestra, magari trovi qualche spunto interessante.
Grazie mamma, le tue idee sono sempre buone, come le tue polpette!
Io vado pazza per quella cosa nuova che facciamo ultimamente. Quella di prendere l’automobile non nostra e poi lasciarla lì per qualcun altro che ha bisogno. Come si chiama?
Il car-sharing, a te piace il nuovo servizio di mobilità che sta prendendo piede ultimamente!
Laura fu divertita dalla confessione di Isabella, la ringraziò per il complimento e si mise ai fornelli.
Isabella iniziò a ragionare e a sviluppare nella sua mente un prototipo di città, poi come le aveva consigliato la mamma, prima di aprire le danze delle matite, alzò la testa e si guardò molto attentamente attorno. Mentre Laura lavorava all’impasto e versava salsa di pomodoro per preparare il sugo, ebbe un’intuizione.
Le sembrò perfetto, magari un po’ bizzarro, ma speciale!
Così abbassò il capo sul foglio e lavorò senza sosta per un’ora, cancellando, sistemando, rifacendo e soprattutto colorando.
Fece solo una pausa, a un certo punto, per chiedere a Laura: Mamma, come si dice gatto in inglese?
Cat – rispose indaffarata Laura.
Quando le polpette erano pronte per saltare nell’olio bollente, Isabella posò le matite e guardò la sua opera con aria soddisfatta. Pensò che sarebbe stato proprio curioso vivere in quella città.
Ho finito! – esultò.
Posso vedere? – chiese impaziente Laura.
Certo, ma non ridere! – disse Isabella, mentre girava il foglio.
Laura si trovò davanti a una città futuristica, popolata da altissimi grattacieli che si alternavano ad alberi altrettanto alti. Nonostante i palazzoni, c’era un equilibrio geometrico, tra case e natura. Il colore predominante era il verde.
Ma la caratteristica principale era un’altra. A intervalli regolari, dei balconcini tondeggianti emergevano come bassorilievi tridimensionali dalla struttura portante dei grattacieli. Su ognuno di essi la scritta “Stop”. Su un paio di balconi, a titolo esemplificativo, delle persone attendevano con il sorriso. Ciò che aspettavano era la vera sorpresa!
Non un autobus volante, né una navicella spaziale.
Disegnato poco più su, nell’aria, si librava una specie di lunghissimo serpentone dal corpo appiattito, con la faccia da gatto. Sulla parte schiacciata e piana del corpo del felino, tante persone in piedi si lasciavano trasportare verso casa o verso qualche altra meta indefinita. Erano contenti e alcune note musicali, che svolazzavano intorno ai loro volti, facevano capire che stavano cantando. La maggior parte, per non cadere, si teneva per mano.
Isabella aspettava il fondamentale giudizio della mamma.
Laura lesse lo striscione che sventolava dalla coda dell’anomalo gatto e sorrise.
Poi guardò finalmente Isabella negli occhi e le disse: il CAT-SHARING è un’idea fantastica!
La tua è una città super-ecologica e piena di gatti volanti che scorrazzano in giro le persone.
Tutti sarebbero felici di viverci!
Laura appoggiò il cucchiaio che aveva in mano, su un poggia-mestolo che nelle sembianze ricordava da vicino il micio volante al centro del servizio di cat-sharing ideato dalla figlia.
Isabella aveva preso la realtà e l’aveva trasformata in un posto magico e migliore.
Si meritava un abbraccio.
Ora mangiamo le polpette?

Andrea

gatto-portamestolo-150Scheda oggetto
Nome: Poggia-mestolo
Età: 1 mese
Taglia: M
Residenza: la striscia tra lavandino e fornelli
Segni particolari: si fa docce di sugo

 

 

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