Il club delle befane

Il club delle befaneQuest’anno, più del solito, la gente se n’è andata in giro per il mondo.
Tutti i giorni mi sveglio e sento di qualcuno che è in visita in qualche capitale europea o peggio, con le chiappe al sole in una spiaggia di qualche paese caldo, dall’altra parte dell’oceano. Anche i più insospettabili, quelli su cui puoi sempre contare perché non si muovono da casa neanche in caso di scossa sismica, si sono improvvisati turisti per caso e sono decollati verso destinazioni invidiabili. Con le loro milletrecento foto caricate al minuto, mi sbattono in faccia il fatto che se la stanno passando meglio di me, costretto a galleggiare nel grigio della metropoli anche durante le feste comandate.
Natale, Capodanno e l’Epifania tutte col culo ben incollato sul divano.
Mi concedo svaghi limitati e dai costi contenuti.
Come ieri sera, quando Ale mi invita a uscire.
“Domani è il 6 gennaio e non si lavora, andiamo a spassarcela. C’è anche il Bernie”.
Mi lascio convincere. La città è ancora mezza vuota e il vantaggio è che i locali sono molto più vivibili. Chi esce tende a essere preso bene e vuole divertirsi davvero.
Ale propone il Gluglu, un locale in cui non sono mai stato.
Un posto che quando nomina, mi dice qualcosa. Qualcosa che però non riesco a ricordare nitidamente. Mi danno l’indirizzo e rimaniamo d’accordo di trovarci direttamente dentro.
Ingresso 10 euro. Lista Survivor. “A posto” – penso.
Arrivo al locale, confesso a un troglodita in giacca di essere un “sopravvissuto” e mi lasciano entrare. Appena mi aprono la porta, una nebbia artificiale mi offusca la vista e un revival a tutto volume mi stordisce l’udito. Quando i miei sensi si abituano, tutto mi si fa più chiaro e capisco dove sono finito. Il Gluglu è un club di cui mi avevano già parlato, frequentato da un target specifico: le MILF. Il posto è abbastanza pieno. Chi ha un’età tra i 35 e i 45 e non è partito, sembra essere confluito qui. Mi faccio strada tra donne urlanti, che recitano a squarciagola le strofe di una canzone e scovo, nei pressi del bar, Ale e Bernie.
Li saluto con un: “Ma dove cazzo mi avete portato?”. Poi rido e li abbraccio.
Iniziamo a parlare un po’ e il Bernie articola un’ineccepibile apologia del Gluglu.
Dice che l’ambiente non è male e che la targetizzazione verso l’alto non può far altro che aiutarci. La gente lì è socievole e molto ben predisposta, considerando gli standard della città. Non ci sono in giro ragazzine stupide, ma solo donne vere.
“Non scherziamo, non c’è paragone. Queste sanno il fatto loro, sanno come muoversi. E se vogliono qualcosa sanno come prenderselo e te lo fanno capire senza troppi giri di parole”.
“Insomma, Bernie cosa stai cercando di dirci?” lo interrompo divertito.
“Che magari queste ce la danno!”
Ridiamo e brindiamo alle donne mature.
Il Bernie sente che sarà la nostra serata.
Balliamo un po’ per i fatti nostri, poi Bernie e Ale improvvisano un attacco di coppia su due over 35. Io mi riaccomodo al bancone e mi accanisco sull’unica bionda nei paraggi che mi fa impazzire davvero, una media chiara.
Me ne scolo tre e tutto mi sembra più bello, non vedo più nemmeno le rughe!
Mi alzo e faccio un giro.
È a quel punto che, forse complice l’alcool, avvisto una che mi piace.
Almeno da lontano. Almeno da dietro.
Considerando che qui molte, da come cantano, hanno assistito a una decina di Festivalbar più di me, non è tenuta per nulla male. Ha due gambe toniche e lunghe. E un culo che sembra sodo come quello di una cavallerizza.
“O per lo meno da una abituata a cavalcare…” – sento la voce di Bernie che mi rimbomba allusiva nella testa.
E poi c’è un particolare molto alternativo che, lo ammetto, mi eccita. Sotto la sua gonna intravedo dei collant scuri, strappati in alcuni punti, che terminano in delle scarpe tutte rotte.
Con la mia solita fortuna però, sta per andarsene. È diretta al guardaroba.
Cerco di avvicinarmi per vederla meglio e magari conoscerla prima che esca.
Sono a pochi passi di lei, quando ritira un soprabito blu demodé, una veste lunga rubata a una contadina dell’Unione Sovietica, una sciarpetta bianca e uno strano cappello che potrebbe benissimo essere stato scordato da qualcuno la notte di Halloween. Prima di rivestirsi si gira.
Io devo essere impalato a osservarla, perché se ne accorge e mi sorride.
“Cazzo è veramente una MILFAZZA!”- penso tra me e me.
Però bisogna ammettere che ha qualcosa di intrigante, pur essendo indubbiamente una figlia dei fiori.
Già che ci sono, decido di andarle a parlare. Saluto e mi presento.
Provo a rompere il ghiaccio con una frase idiota: “Ti ho visto da lontano e non potevo non fermarti. Ma non preoccuparti sono un bravo bambino…”.
“Questo non mi risulta…” – sorride divertita – “Bè cosa fai? Mi accompagni?Io stavo uscendo”.
Mi sembra giusto e anche carino accettare. Oltretutto la musica è diventata insopportabile. Recupero il cappotto e l’accompagno. Andiamo avanti a chiacchierare lungo il tragitto.
È senza dubbio una bella donna e la sua compagnia è piacevole.
Dopo qualche centinaia di metri arriviamo al parking.
Le chiedo se per caso non ci abbia ripensato e voglia tornare dentro con me.
Mi dice che sono simpatico, ma deve proprio andare.
È tardi e l’indomani deve lavorare tutto il giorno.
Peccato, perché ormai me la farei proprio.
La saluto con un abbraccio, nel silenzio del parcheggio.
La chiusura è lontana e sono ancora tutti dentro a far festa.
Siamo ancora a poca distanza l’uno dall’altro, quando si guarda attorno, si assicura che non ci sia nessun altro nelle vicinanze e dice risoluta “SCOPA!”.
“Bernie aveva ragione cazzo! E ora che faccio?”
Ho poco tempo per prendere una decisione, ma sento premere forte dentro i pantaloni.
Non l’ho mai fatto fuori da una discoteca d’inverno e fa anche un freddo incredibile.
Però la MILF ormai mi arrapa come una scimmia. Penso che sia meglio non indugiare oltre, prima che cambi idea. Così mi slaccio i pantaloni e lascio il mio pene libero di guardarla negli occhi. Mi accorgo però che la donna, per sapere il fatto suo, si attarda nel movimento sbagliato.
Invece di avvicinarsi e abbassarsi, mi sembra che lieviti gradualmente verso l’alto.
All’inizio penso che siano strani effetti della birra, ma poi mi rendo conto che tra le gambe, invece di me, la MILF si è messa una scopa di saggina! E ora è lì che volteggia nell’aria!
Divertita da tutta la scena, prima di sparire nella notte mi dice: “Te l’avevo detto che non mi risultava fossi stato un bravo bambino quest’anno! Non l’hai ancora capito? Sono LA BEFANA!!!”
Resto per qualche minuto senza parole. Tra l’incredulo, il divertito e l’incazzato.
“Ma pure la Befana mi doveva capitare? Ma tutte a me?”
Ritorno alla realtà, perché sento la voce di Ale che mi chiama.
“Ma dove cazzo eri finito? È più di mezz’ora che ti cerchiamo!”
Solo in quel momento si accorge che ho i pantaloni abbassati.
“Ma che cazzo ci fai con il cazzo di fuori?” – scoppia a ridere.
“Ma no, niente. Non ci credereste mai. Una stronza che pensavo volesse darmela e invece sul più bello…puff…è volata via.
Ale mi guarda divertito, controlla l’orologio e dice: “Dai rientriamo, la mezzanotte è ormai passata da un pezzo, secondo me un’altra befana la riusciamo a beccare”.
“Non scherziamo: una basta e avanza!”

Andrea 

Il club delle befaneScheda oggetto
Nome: Befana
Età: 15 anni
Taglia: L
Residenza: armadio
Segni particolari: lavora un giorno all’anno!

 

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