La maestra e il deficit d’attenzione

maestra-300Deficit d’attenzione.
Tutte le classi della signorina Linda ne erano affette. Negli ultimi anni la situazione era precipitata.
E nessuno riusciva a porre un freno al fenomeno.
Il problema era complesso e non riguardava, naturalmente, solo l’Istituto maschile De Gasperi.
I fattori esogeni al sistema scolastico erano molteplici e principalmente di matrice sociologica.
La scuola tuttavia aveva, dato il ruolo fondamentale ricoperto nel percorso di crescita delle nuove generazioni, il diritto e il dovere di affrontare il problema e provare ad arginarlo. La signorina Linda, per lo meno, la pensava in questo modo e aveva preso a cuore questa battaglia. Nonostante la giovane età, a causa della sua professionalità e dedizione all’insegnamento, era diventata presto un punto di riferimento all’interno del corpo docenti dell’Istituto, guadagnandosi l’appellativo di “Maestra”.
Oltre a ritenerlo giusto e necessario, la signorina Linda non ne poteva più di insegnare a classi di ebeti, con lo sguardo sempre fisso sullo smartphone, incapaci di prestare attenzione per più di tre minuti e di recepire un concetto più complesso di un sms o di una frase dei Baci Perugina. La Maestra, esasperata, aveva così fatto pressione sul preside per indire una riunione straordinaria che avesse all’ordine del giorno la risoluzione di quella piaga. Brillante e piuttosto carina, con la sua lunga chioma bionda, la signorina Linda aveva presto conquistato la fiducia del responsabile scolastico e forse non solo quella.
Durante l’incontro, tutti i professori furono concordi nel riconoscere l’esistenza di un problema serio.
In particolare il Dottor Vida, docente di Storia dell’Arte, espresse tutto il suo sostegno al progetto di recupero dei giovani ebeti, condividendo la sua frustrazione con l’assemblea. Raccontò che la settimana prima aveva iniziato le interrogazioni. Aveva chiamato alla lavagna Stefano T. della 4F. Lui si era trascinato fino alla cattedra, senza mai distogliere lo sguardo dai 4 pollici del suo piccolo schermo preferito. Le domande erano sembrate non arrivare alle sue orecchie. Solo una, quella finale, aveva miracolosamente catturato la sua attenzione. All’ultimo tentativo – “Parlami di Gauguin” – Stefano era sembrato risvegliarsi da un antico torpore e con occhi sgranati e convinta incredulità aveva risposto – “Prof, ma dice il nuovo smartphone della Samsung? Se lo vuol comprare anche lei? Hanno anticipato l’uscita?”.
Quando ascoltarono quell’aneddoto, i docenti rilasciarono le tensioni accumulate negli ultimi mesi in una fragorosa e spontanea risata che però, poco dopo, si trasformò in preoccupazione e sgomento, nello scoprire che il resto della classe non aveva avuto la loro medesima reazione alla risposta del compagno. Nessuno sapeva chi fosse Gauguin e molti associavano quel nome a un telefono di ultima generazione!
A quella prima riunione ne seguirono altre. I docenti passarono dalla teoria alla pratica, mettendo a punto un piano anti crisi, coinvolgendo professionisti esterni, organizzando dei coaching e rivoluzionando le modalità di insegnamento.
Ma i risultati non arrivarono.  Non si registrò nemmeno il classico e atteso entusiasmo iniziale. I ragazzi non rispondevano agli input. Tra i professori iniziò a diffondersi lo sconforto e cominciarono a fioccare le richieste di malattia.
La signorina Linda non voleva arrendersi. Ormai era una sfida personale.
Continuò a cercare una soluzione, a informarsi, ad approfondire studi e teorie per contrastare l’avanzata del deficit d’attenzione.
Alla fine le venne un’idea, una soluzione estrema, che affondava le radici nella suo percorso formativo e trovava conferme empiriche nei ricordi della sua tarda adolescenza.Un tentativo che l’avrebbe coinvolta in prima persona, profondamente.
La soluzione aveva a che fare con i suoi studi di antropologia applicata ai nuovi media e con gli anni ’90.
Aveva l’ambientazione delle spiagge di Los Angeles e un file en rouge fatto di succinti costumi da bagno.
C’entrava insomma con quella che era stata una delle serie TV più seguite al mondo: Baywatch!
La storia del celebre telefilm dedicato ai guardia-spiaggia è singolare. La prima stagione non raccolse grande successo e a causa dei costi elevati venne sospesa. Il creatore, il vero guarda-spiaggia Greg Bonann e il protagonista, l’attore David Hasselhoff credevano molto nel progetto e decisero di auto-finanziarlo, creando una società di produzione indipendente.
Così la serie riprese. La vera svolta in termini di audience, notorietà e successo arrivò, però, con la terza stagione e l’introduzione di un personaggio femminile, CJ Parker, interpretato da quella che poi si sarebbe trasformata in un’icona televisiva di quegli anni e in un punto di riferimento per milioni di adolescenti: Pamela Anderson.
Il programma venne trasmesso in tutto il mondo e tradotto in 44 lingue. Ma forse doppiarlo non sarebbe stato così fondamentale. I picchi di ascolti, infatti, venivano inesorabilmente toccati, nel momento in cui lei, Pamela, strizzata e sensuale nel suo costumino rosso, faceva la cosa più naturale e banale del mondo: correva! Era in quel momento, in cui le sue enormi tette rimbalzavano splendide e sensuali all’orizzonte che gli spettatori, prevalentemente maschili, raggiungevano il climax.
La Maestra si guardò allo specchio. Non aveva mai avuto problemi particolari con la sua seconda, eppure qualche volta si era chiesta come sarebbe stata con un seno più evidente.
Pensò che era giunto il momento di verificarlo. Così magari sarebbe riuscita anche a catturare l’attenzione di quella massa di ebeti che aveva come studenti. Sfruttando il suo nuovo potenziale, in sintesi, per fare del bene.
La signorina Linda fece alcuni consulti e tutte le valutazioni del caso, poi si convinse definitivamente a procedere con una mastoplastica additiva.
Senza dire nulla a nessuno dei colleghi, chiese tre settimane di ferie e si sottopose all’operazione. Al suo rientro, era accompagnata da due meravigliosi meloni!
Ad aspettarla, quel giorno, c’era proprio la famosa 4F. Appena messo piede in classe, nessuno degli studenti, si accorse di nulla. Erano tutti troppo presi a chattare su Facebook, per guardarla con attenzione. La Maestra allora, con un gesto molto teatrale, rovesciò la cattedra. Presi di soprassalto, i ragazzi furono costretti ad alzare la testa. Fu in quel momento che notarono la nuova fantastica architettura della signorina Linda, messa in rilievo da un push-up da urlo. La Maestra rimase compiaciuta e quasi si commosse quando vide proprio Stefano T. prendere il cellulare e riporlo di nello zaino, intenzionato a non perdersi una sillaba pronunciata dalla bocca di quello schianto di professoressa. Poco dopo lo imitarono tutti i suoi compagni. Per la prima volta negli ultimi due anni, la Maestra era riuscita ad avere la totale attenzione di tutti i suoi alunni. I ragazzi pendevano dalle sue labbra, mentre la signorina Linda parlava di Filosofia. Nonostante fossero in parte distratti dal prorompente davanzale della loro insegnante, dopo tanto tempo impararono qualcosa e questo, alla lunga, sembrò piacergli.
I nuovi seni della Maestra, ruppero una sorta di incantesimo e tutti ne trassero beneficio. La media dei risultati dei test migliorò in tutte le classi. Tutti i docenti furono soddisfatti, felici e grati alla Maestra. Soprattutto il preside.
La signorina Linda era diventata un vero e proprio idolo, oltre che una bomba sexy.
Ancora una volta, laddove avevano fallito tutti tentativi di esperti e terapeuti erano riuscite le tette.

Andrea

maestra-150Scheda oggetto
Nome: Maestra
Età: 5 anni
Taglia: M
Residenza: vetrinetta
Segni particolari: fan di Baywatch!

About Andrea

Andrea
Leggi le altre storie dell'autore e il suo profilo

Inserisci un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. Required fields are marked *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

Scroll To Top