Bella era una paperella con una passione bruciante per il cinema.
Davanti al grande schermo si sentiva inebriata.
I film le provocavano emozioni difficili da descrivere.
Con gradazioni distinte, adorava tutto: le storie incantevoli, le vite volutamente imperfette, i salti in avanti e indietro nel tempo, le risate senza freni, i brividi dell’orrore quanto i misteri senza risoluzione.
Il genere ricopriva un ruolo marginale, era quel gioco di luci ombre, la proiezione di storie immaginate a sedurla irrimediabilmente.
Detto da una papera, fa sorridere, ma il cinema le faceva venire la pelle d’oca!
Da ammirare quel mondo a volerne far parte il passo è breve.
Bella si era così iscritta a una scuola di recitazione. Fare l’attrice sarebbe stato un sogno.
Purtroppo però, dopo poche lezioni, le risultò chiaro che lei e la dizione non sarebbero mai andate a braccetto.
Ne ebbe la conferma quando Miss Delaide, la più rinomata insegnante della sua scuola, con le mani tra i capelli, tirandosi la testa come pasta da allungare, aveva sentenziato “Basta, basta per favore la smetta….Paperella, lei starnazza!”
Bella non era una stupida, quindi comprese che dietro quei modi ruvidi non c’era nessuna cattiveria, ma un giudizio oggettivo e un limite naturale, praticamente impossibile da superare. Certo ci rimase male, ma spinta dalla tenacia dei sognatori, invece di arrendersi, pensò a un’altra via per raggiungere l’obbiettivo.
Sapeva, dentro di sé, che se fosse riuscita a catturare lo sguardo degli spettatori per qualche scena, sarebbe stata in grado di ottenere un po’ di celebrità.
Le bastava posizionarsi!
Così iniziò a “bussare alla porta” di agenzie e agentucoli, in cerca di un’opportunità di visibilità. Fece una rapida ricerca, si segnò una lista di numeri e iniziò a chiamare e chiamare, senza tregua. Tra telefonate in uscita e gente che la ricontattava, casa sua era diventata un call center!
Finalmente, una mattina, una chiamata sembrò andare a buon fine.
Bella compose un numero.
Rispose una voce educatamente femminile: “Patinati & P. buongiorno, come possiamo aiutarla?”
Bella ripeté automaticamente un paio di frasi che aveva memorizzato per presentarsi e far capire, in modo rapido e incisivo, cosa stesse cercando.
Quando terminò l’incipit, sentì scostare la cornetta e la voce abbassarsi per iniziare una consultazione:
“La signorina ama il cinema. Le rispondo che le possiamo colorare e decolorare alcune ciocche per avere un effetto bianco e nero?”
“Passamela va…”
Bella si rese presto conto di aver chiamato un parrucchiere! Non Patinati & Partener, bensì Patinati & Pettinati!
Eppure il coiffeur si dimostrò molto gentile e inaspettatamente preparato sul tema. Le disse che dal suo negozio erano passate migliaia di persone e si ricordava di un suo cliente che lavorava in un posto che aveva contatti con le produzioni cinematografiche. Le diede un numero e le disse di chiedere di Walter.
Bella, eccitata e adrenalinica, iniziò quella che si sarebbe trasformata in una sfida personale: riuscire a paralare con Walter!
Chiamò e rispose una segretaria, che le confermò che se c’era qualcuno che poteva inserirla in un film, quello era proprio Walter! Sfortunatamente, però, era fuori sede. Sarebbe stato meglio riprovare domani.
Il giorno dopo Walter si trovava in ufficio, ma era impegnato in una riunione.
Bella iniziò a collezionare una serie di risposte, che la fecero dubitare della stessa esistenza di Walter.
“Walter non c’è.
Walter ha la febbre.
Walter sta mangiando.
Walter è partito.
Walter è dalla madre.
Walter sta aggiustando la scrivania.
Walter ha la voce giù”.
Sull’orlo di una crisi di nervi, con tutte le piume elettriche, Bella promise a se stessa che sarebbe riuscita a parlare con Walter.
E in effetti, dopo circa un mese, la sua perseveranza venne premiata: Walter esisteva!
Arrivati a quel punto, per Bella fu già una grande gioia!
Inoltre, Walter aveva realmente contatti utili. Le disse che stavano girando una commedia, ambientata per metà a Roma e per metà a Venezia, con una scenografia particolare. Aveva sentito che cercavano anche delle papere.
Bella dovette trattenersi dall’emettere enfatici suoni di gioia.
Iniziò a fantasticare. Si vide vicino al Colosseo e in Piazza San Marco.
La mattina seguente si fece bella e partì per la capitale.
Percorse tutto il lungo Tevere, poi prese la Tuscolana e, come per magia, le si aprirono le porte di Cinecittà.
Aveva un appuntamento.
Quando si presentò, lo scenografo la squadrò e poi disse “Oh cazzo”.
Non fece in tempo ad aggiungere altro, che apparve il regista.
Appena vide Bella, diventò rosso come un peperone e andò su tutte le furie.
“Ma perché devo lavorare con degli incompetenti? Hai letto il copione? Qualcuno ha letto il copione qui dentro? Scena 10: i protagonisti iniziano un divertente inseguimento a bordo di papere pedalò. P-E-D-A-L- Ò. Avete presente quei mezzi a pedali che vanno sull’acqua? Cosa vuol dire? Ve lo spiego io: vuol dire che ci servono delle GROSSE PAPERE, con pedali! Dei pedalò a forma di papera! E voi cosa mi portate? Una paperella minuta che farebbe bella figura solo nella mia vasca da bagno?”
Quando il diverbio terminò e tornò la calma, la paperella era andata via.
Bella e il suo dispiacere si erano nascosti in un angolo, a piangere.
Le era crollato il mondo e tutto il trucco.
Era sempre stata forte, anche nei momenti più difficili, ma di fronte a quel finale così amaro cedette.
Si sentì incompresa e ferita.
Una paperella triste a cui è colato tutto il mascara.
Andrea
Scheda oggetto segnalato
Nome: Paperella
Taglia: M
Segni particolari: ha problemi di dizione
Segnalato da: Alice