Non giocare con il fuoco

non-giocare-con-il-fuoco-300Avete mai viaggiato nel tempo? Io si, e non so ancora come andare avanti in questa vostra società. Vi racconto. Mi chiamo Paula e, anche se non ci crederete, sono celta. Nata e cresciuta a Santiago de Compostela, vivevo felicemente in una tribù e lavoravo come donna di compagnia. La mia vita era divertentissima, come potrete immaginare. Un giorno, finito il lavoro, mi stavo sistemando la sottoveste quando cominciai a sentire rumori in piazza. Stavano facendo una queimada, un rituale di fuoco per spaventare gli spiriti maligni che si avvicinano alla nostra terra. Decisi di unirmi a loro, ma nel momento più importante qualcosa andò storto e mi ritrovai in uno scaffale di un negozio di souvenir del XXI secolo.
Diventai una mini bambola senza nemmeno rendermi conto. Giorno dopo giorno vedevo gente strana che entrava e usciva di quel negozio. Io, che non avevo visto in vita mia un cinese, ne vidi a migliaia. E fu uno di loro che mi comprò. Cinque euro. Cinque miserabili euro. Perfino i miei clienti celti mi davano quattro volte di più per un servizio base.
Viaggiai fino a Tokyo con il mio proprietario, che mi diede in regalo a sua figlia Xan. Sembrava una bambina molto brava: mi pettinava, mi metteva a posto i vestiti, insomma, mi trattava come a una principessa, e quasi quasi mi sentivo come a casa. Anche se mi mancava la mia famiglia e il mio lavoro, con Xan mi divertivo.
Ma tutto ha una fine. Xan stava diventando grande e iniziava a vedere immagini dentro una scatola di plastica che si chiamava computer. Lo chiamavano manga per adulti. All’inizio non mi preoccupavo, ma tutto cambiò quando cominciò a sperimentare con me. Ero sconvolta: non avevo mai fatto quelle cose senza essere pagata. Desiderai andarmene. Xan si stava innamorando di me e io ero stanca delle sue fantasie. Così, gratis.
Non chiedetemi come, ma una sera mi avvicinai al computer e questo mi assorbì come se fossi stata un virus… e tornai a casa! La mia Galizia, i prati verdi, il mare blu, la mia gente. Avevo ritrovato la mia vita e mi ero dimenticata di quel orribile incubo.
Due mesi dopo, durante la festa del solstizio d’estate, mi ritrovai a saltellare intorno al falò e con un bicchiere di aguardiente in mano. Noi celti sappiamo come divertirci, non come quelli della società moderna, pensavo mentre scherzavo con uno dei miei clienti. All’improvviso sentii una voce famigliare dietro di me, che mi bisbigliò: ‘Finalmente ti ho tLovata. SaLai la mia bambolina peL sempLe’.

Sara

sara

bambolina-150Scheda oggetto
Nome: Bambola galiziana
Età: 5 anni
Taglia: S
Residenza: sopra uno scaffale, accanto ai film porno
Segni particolari: le piace slacciarsi la sottoveste

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