Jack, Napoleone e Pocahontas trascorrevano tutto il giorno a letto. La maggior parte del tempo la immaginavano a leggere storie. Erano così immersi nelle loro letture che le giornate volavano placide, con la stessa solennità e imprevedibilità che hanno le foglie cullate dal vento autunnale. Si adagiavano pigri a terra, dopo aver ondeggiato tra i colori caldi della fantasia e ricadevano sul letto delle loro stanze. Il tempo scivolava lento al Rosen Garden, cottage nella campagna gallese e le letture sembravano essere l’unica via di fuga da quella banalità. Quando non leggevano, i tre si ubriacavano di lunghe passeggiate. Sobri ed eleganti nei loro vestiti bianchi, amavano perdersi nei prati smeraldo che abbracciavano la residenza. Nelle giornate di sole, i loro abiti candidi risplendevano così tanto che i contadini dei dintorni, abbagliati, li avevano più volte confusi con degli angeli. Non si equivocavano molto. A loro modo erano angeli, puri nella perversione della loro innocenza. Retti in quella loro sinistra follia. Jack, ex capitano di una nave pirata, si era stabilito al Rosen Garden dopo una lunga carriera di brigantaggio e assassini. Napoleone era un soldato, o meglio un generale. Aveva provato a conquistare l’Europa un paio di volte, ma stanco e sconfitto aveva trovato conforto in quell’angolo ameno e bucolico. Pocahontas era la dolce, non c’entrava niente con gli altri due. Ma aveva il cuore spezzato e si era trovata sola, al momento sbagliato nel posto sbagliato. Come molti dei suoi confratelli indiani d’America.
Il tempo scivolava lento al Rosen Garden.
Le stagioni passavano. Jack, Napoleone e Pocahontas erano stanchi della loro pigrizia. Anche i prati avevano perso il loro smalto e si erano rifugiati sotto uno spesso mantello di neve. Erano i mesi del silenzio, quando anche i sentimenti più febbrili rimbalzavano nell’ovatta. Il gran giorno, però, si avvicinava. Jack, Napoleone e Pocahontas, dopo tanto leggere, avevano deciso di organizzare una fastosa recita di Natale. Nessuna filastrocca o cantilena da presepe, avrebbero solo messo in scena loro stessi, tra gli scintillii di uova decorate e la scioglievolezza di coniglietti al fondente. Avrebbero così stupito gli altri residenti del Rosen Garden con la grande ingiustizia che li aveva confinati tra quelle mura. Il palco avrebbe fatto loro da testimone e il Natale suggellato la rappresentazione più grande di sempre.
Il tempo scivolava lento al Rosen Garden. Anche la mattina di Natale. Anche il giorno della grande recita. Tre personaggi al centro del palco e cento persone vestite di bianco tra i banchi della sala refettorio del Rosen Garden. Il Manicomio criminale, dove non si capisce se è Pasqua o Natale.
Lorenzo
Scheda oggetto
Nome: Sorpresine Findus
Età: 20 anni
Taglia: S
Residenza: scatola dei ricordi
Segni particolari: campioni del sorriso (finto) che c’è in te