C’è una testa in piazza Duomo

C'è una testa in piazza Duomo“C’è una testa in piazza Duomo”.
La chiamata era stata telegrafica, puramente informativa. Il sole di primavera picchiettava sulle finestre della cattedrale. Le guglie all’alba si stiracchiavano pigre sul liscio sagrato. Tutt’intorno silenzio, un furtivo sbattere d’ali di qualche piccione e l’odore inebriante del primo caffè.
In mezzo alla piazza una testa. Una testa rasata. Una testa rasata impalata su una picca.
Un urlo.
“C’è una testa in San Lorenzo”. “C’è una testa in piazzale Loreto”. “C’è una testa al Castello Sforzesco”.
Le chiamate col passare dei minuti si erano moltiplicate. Milano non aveva mai vissuto un risveglio così. Certe cose sembravano succedere solo negli Stati Uniti, per di più nei film.
La Polizia aveva fatto quello che poteva, il traffico era stato chiuso in diversi punti e le aree dei ritrovamenti sigillate.
Non era bastato: la città svegliata di soprassalto era precipitata nella frenesia. Tutti erano incollati ai televisori, alle radio e a internet per cercare di capire cosa stava succedendo.
A metà mattinata erano state ritrovate 25 teste. Tutte erano state rasate, tagliate di netto ed affisse su delle picche. Il comandante della Polizia avrebbe voluto diffondere le immagini dei volti per dare più forza alle indagini, ma il sindaco si era opposto: la città era sotto shock e il panico poteva solo aumentare.
La metropolitana era stata chiusa, uno sciame di elicotteri volteggiava sopra la città. Paralisi.
Verso l’ora di pranzo in Facebook era comparsa una foto. Un amico di amici era riuscito a immortalare una testa e a postarla in rete. Un volto tondo, sereno con gli occhi grandi. Le guance ancora arrossate dal trucco della sera e una pennellata di rossetto sulle labbra.
Mario era morto dentro quando l’aveva vista. Tra mille like il suo cuore si era spezzato. Gli avevano decapitato la ragazza. Il coinquilino di Mario, tra le grida di disperazione e proclami di vendetta era riuscito ad avvisare la Polizia. C’era una pista e gli investigatori si erano subito buttati a capofitto.
Era quasi sera. La Polizia aveva scoperto che la ragazza di Mario non era tornata a casa per la notte. Si era dovuta fermare a lavoro, per una riunione strategica straordinaria e di lei non si avevano più avute notizie. I poliziotti si erano precipitati subito nella sede dell’azienda per raccogliere altre testimonianze: quella fu la svolta. Gli agenti entrati negli uffici avevano trovato il pezzo mancante del puzzle. O meglio, i 25 pezzi di quel puzzle dell’orrore. Sparsi nella sala riunioni 25 corpi senza testa. Le casse toraciche bucate da più proiettili. Al centro del tavolo un grosso tagliacarte a ghigliottina di metallo. Un mattatoio. Ovunque fogli accartocciati che parlavano di una nuova crema depilatoria. Su una parete, a carattere di sangue cubitali la scritta: “Guerrilla Marketing”.
Si scoprì che era stato un pluristagista, forse esasperato da troppa precarietà, forse stressato, forse pazzo. Ma con una pistola presa di contrabbando e molto sangue freddo. “Incapace di intendere e di volere” avrebbero sentenziato poi esperti forensi. “Avevano solo chiesto una strategia nuova” si era difeso lui, che mai rassegnato, proclamava la sua genialità. Di sicuro le vendite della nuova crema depilatoria erano schizzate alle stelle.
Morbide e lisce da far perdere la testa”. Gli squali dello slogan avevano vinto ancora.

Lorenzo

Testa manichinoScheda oggetto
Nome:
Testa manichino
Età: 2 anni
Taglia: M
Residenza: Ripostiglio
Segni particolari: La più baciata di Halloween 2011

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2 commenti

  1. Incredibilmente…agghiacciante!

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